14/11/2022 di Luca Borneo

Sviluppare nuove idee d’impresa con il crowdfunding

In breve

Sono già sei anni che collaboriamo con Fondazione Edoardo Garrone intervenendo come docenti nei percorsi di incubazione dedicati alle persone con meno di 40 anni che abbiano un’idea d’impresa da realizzare nelle aree montane d’Italia.

RestartALP e RestartAPP, a seconda che i percorsi siano dedicati all’area alpina o appenninica, sono sempre uno degli appuntamenti di formazione più stimolanti nel nostro calendario. Ecco allora alcune considerazioni maturate di ritorno dall’ultima due giorni di full immersion dedicata al crowdfunding per le startup e al confronto con tante teste e idee frizzanti.

Spoiler alert: il crowdfunding è uno straordinaria opportunità di crescere confrontandosi con la realtà!

La cantera del crowdfunding

Parto dalla fine e lo faccio con una metafora sportiva. Da questi percorsi sono già “uscite” alcune delle più interessanti campagne di crowdfunding volte a valorizzare le comunità montane che abbiamo ospitato su Ideaginger.it negli ultimi anni. Alcuni esempi?

  • Insieme alla squadra di Va’ Sentiero abbiamo sviluppato addirittura tre progetti di crowdfunding dedicati alla scoperta del Sentiero Italia.
  • Con Elisa e Sara delle Langhette abbiamo lanciato sul mercato una nuova eccellenza alimentare, lo Stagionato della Gruta Gran Riserva.
  • Tutto un altro lavandeto è il progetto con cui Federico dell’Azienda Agricola Biodiversamente ha reso accessibile a chiunque il suo lavandeto, in Liguria, e promosso i suoi prodotti.

Mi piace quindi pensare a RestartAPP come un percorso in cui si formano alcuni dei progettisti più talentuosi che lanceranno una campagna di crowdfunding, proprio come nella “cantera” (ovvero il settore giovanile) di una squadra sportiva crescono i campioni di domani.

Stagioniamo in Gruta

Il valore della partnership con Fondazione Edoardo Garrone

Da sempre abbiamo percepito una grande affinità con i contenuti e gli obiettivi di RestartAPP e RestartALP.

La formazione come occasione per crescere acquisendo competenze operative è alla base delle attività della Fondazione Edoardo Garrone. Una modo di approcciarsi all’apprendimento che non solo condividiamo, ma che ci prefiggiamo come obiettivo ideale da raggiungere quando progettiamo i corsi di formazione Ginger.

Ma sono anche convinto che le idee imprenditoriali ricercate dalla Fondazione abbiano tanti punti di contatto con la progettazione di una campagna di crowdfunding. I progetti supportati con le iniziative Restart si rivolgono quasi sempre a mercati di nicchia, spesso intrinsecamente collegati a comunità territoriali molto definite e composte da persone con una spiccata attenzione ai valori della sostenibilità, dell'artigianalità e della costruzione di una relazione solida con gli stakeholders.

Questi sono gli stessi valori che guidano anche la progettazione di tantissime campagne di crowdfunding, con cui ci confrontiamo quotidianamente nei nostri uffici e nei quali non possiamo che ritrovarci pienamente.

Un contesto fuori dal comune

Le ragazze e i ragazzi selezionati con RestartAPP accedono a un percorso intensivo di svariate settimane in cui, grazie al supporto di numerosi docenti e professionisti, hanno l’opportunità di ragionare sulla propria idea di impresa, migliorarla, strutturarla e modificarla. Proprio come è lecito aspettarsi in un processo di incubazione e accelerazione.

Quando è stato il mio turno di entrare in classe mi sono trovato in un contesto sensibilmente diverso da quello tipico dei nostri corsi. Davanti a me avevo 7 persone che non solo non avevano deciso di partecipare a una formazione al crowdfunding, ma che addirittura non sapevano nemmeno se la loro idea si sarebbe prima o poi trasformata in un’impresa a tutti gli effetti.

In che modo quindi sfruttare le due giornate a disposizione per fornire loro spunti e strumenti utili per le rispettive situazioni?

La bellissima brutalità del crowdfunding

Ho deciso di puntare su una delle prospettive più interessanti da cui approcciarsi al crowdfunding per progetti di start-up, quella del test. Inteso nel senso più ampio possibile, che travalica la finalità di sondare il gradimento del mercato per un prodotto, per diventare un’occasione per mettere alla prova tutte le dinamiche di un’impresa.

Ma perché progettare una campagna di crowdfunding, e ancor di più gestirla, rappresenta un momento “brutale” di confronto con la realtà per un’aspirante impresa? I motivi sono più di uno.

Il business plan della campagna

Ho chiesto alla classe di progettare il business plan delle loro campagne di crowdfunding. Semplificando e sintetizzando al massimo ognuno dei partecipanti ha cercato di rispondere ad alcune domande. 

Quanti fondi ti servono? Per fare che cosa? Chi sosterrà il tuo progetto? Perché dovrebbe farlo? Con quale strategia di comunicazione raggiungerlo?

Progettare una campagna di crowdfunding, anche come esercizio didattico, è sempre un momento di analisi e crescita per un aspirante imprenditore. L’obiettivo economico della campagna non è altro che un breakeven point in miniatura. Definire le ricompense e la loro strategia di prezzo significa capire in che modo l’impresa si presenterà sul mercato con l’ambizione di diventare sostenibile. Individuare i segmenti dei sostenitori e come raggiungerli non è altro che pianificare un ridotto, ma completo, piano di marketing, comprensivo di strategia di digital advertising.

E in ultimo, ogni partecipante aveva le competenze e l’attitudine per fare tutto questo? E in caso contrario come ampliare la loro squadra di lavoro? 

Un piccolo, ma grande, momento di crescita

Sono convinto che per i partecipanti a RestartAPP questo lavoro abbia rappresentato nel suo piccolo un momento di consapevolezza significativo. L’ho notato nelle reazioni e nei volti di molti di loro.

C’è sempre chi si accende di entusiasmo perché progettando un crowdfunding si convince ancor di più che anche fuori dall’aula ci sia spazio per la propria impresa nonché dei potenziali clienti. Ma c’è anche chi realizza di dover probabilmente rivedere alcuni punti della propria idea, per esempio spostandosi da un target B2C che non esiste, o non è abbastanza ampio, a uno B2B, con tutto quello che consegue.

In conclusione

Imparare come progettare una campagna di reward-based crowdfunding è un momento formativo molto utile nella crescita di una start-up, anche nel caso in cui la raccolta fondi non dovesse mai vedere la luce. Perché in modo anche ruvido, ma ineluttabile, spinge un aspirante imprenditore a capire come vendere e se sia attrezzato per farlo, che è poi la ragion di vita di ogni impresa.

E in secondo luogo non vedo l’ora di ospitare su Ideaginger.it la prossima campagna nata nella cantera della Fondazione Edoardo Garrone!